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Passare una notte in ‘bivacco’ durante un’escursione in montagna per me sta come una cena completa verso un panino al fast food.

E’ quel piacere agro-dolce, tra l’entusiasmo e la paura, di vivere un evento fuori dall’ordinario.

L’amore per la montagna ha mille sfaccettature (ed in questo blog ne hai una piccolissima prova). E’ un linguaggio personale con il quale componiamo le nostre storie, le nostre avventure. In questo ‘alfabeto’ il bivacco è uno delle ‘lettere’ che fa spesso da protagonista alle ‘avventure’ da raccontare. Per forze maggiori o per scelta, passare una notte in posti scomodi, senza riscaldamento, senza elettricità e con il cibo razionato è un’esperienza che ritengo sia da provare.

Un’esperienza che, sia per necessità che per scelta, ho avuto il piacere di fare più volte e che in questo frangente della mia vita ho sentito la necessità di vivere nuovamente.

Perché

Non so. Penso siano molte le passioni a cui dedichiamo tempo, denaro e tanta fatica senza spiegazioni razionali, gratuitamente, follemente, obbedendo a logiche misteriose, obbedendo alle emozioni. Penso che anche tu lo fai. La montagna è forse la più evidente di queste passioni ‘inutili’, ancor più se vissuta profondamente.

Ecco, la montagna è il tempo dell’inutile, il luogo del guadagno immateriale, un po’ come la letteratura, o l’amore.

Lionel terray

Perché dicevo.

Perché solo provando potrai capire di cosa sto scrivendo. Perché il tempo passa e non so se ancora riuscirò a passare una notte stellata dentro una tenda tra le montagne. Perché sono piccoli piaceri che non ho più il tempo di procrastinare a domani. Perché quando il sole colora di arancione e rosso le cime al tramonto l’anima sarà leggera ed evanescente, come quell’enrosadira che dura pochi istanti. Perché all’alba il mare di nuvole sottostante o il cielo terso che passa dal nero al viola, al magenta, poi rosa, celeste, blu, sarà come un rito d’iniziazione, l’inizio di un nuovo giorno, quasi una nuova vita. Perché ancor prima, durante la notte, la via lattea mi avrà fatto capire le cose importanti della vita. Perché è rinascere.

Perché less is more!

Timore e referenza

La ruggine, fisica e mentale, per un bivacco in tenda si è fatta sentire. Ma la voglia, ancora una volta, di avere un posto di osservazione privilegiato e un tempo nel quale spiare la montagna quando non sa di essere vista mi motiva. Ho cercato un luogo ove potessi godere di un tramonto e di un’alba che mi lasciassero a bocca aperta. Un luogo dove potessi anche raggiunger una vetta alla mattina presto e dove potessi montare la tenda senza grosse ‘ostilità’… Insomma, un punto di osservazione ‘eccezionale’, che non intendo svelare (le foto potrebbero essere comunque riconoscibili).

A casa, la preparazione dell’uscita sotto le stelle è stata veloce, non volevo pensarci troppo su visto che non mi sentivo ‘tranquillo’. Tenda, sacco a pelo, materassino, il fornello per il ‘necessario’ caffè mattutino, un po’ di cibo, acqua e tanta voglia di adattamento. Lo zaino pesa, certo, la salita pomeridiana sarà faticosa, esattamente, ma poi … spettacolo gratuito di prim’ordine!!! … se il meteo lo vorrà…

L’ha voluto?

Nel mio caso il meteo sembra essere dalla ‘mia’ parte.

Camminare con sulle spalle il guscio di una lumaca (la mia casa per questa notte) presuppone una salita ad un passo più lento del solito. Questa lentezza mi fa apprezzare di più il posto in cui mi sto addentrando e a adattarmi con partecipazione al modificarsi della luce del giorno. Purtroppo ho anche il tempo di ascoltare di più i piccoli dolori del corpo … i suoi adattamenti al peso.

Ho voluto lasciarmi guidare dal ritmo della luce del giorno nel scegliere quando e dove fermarmi, cullandomi poi nel piacere di scegliere e preparare il giaciglio. Un ritmo della luce che prevede però anche un coricarsi ‘come le galline’ ed un risveglio alle prime luci dell’alba!

Tutto questo deve piacere, perché, come è accaduto a me, il meteo può cambiare e la promessa di un bel tramonto può trasformarsi in una serata bagnata. Non sempre si trova la serata ideale. Ma questo mi ha aiutato a riconsiderare cos’è essenziale, lì, ma anche nella vita ‘normale’. E anche che tutto passa, come la pioggia, che ha lasciato spazio ad un cielo stellato e alla Via Lattea sopra di me.

L’alba è più rapida del tramonto

Se il tramonto è più lento, dolce e ti predispone a dormire; l’alba è più frizzante (come la temperatura dell’aria!), più rapida. Il sole arriva velocemente ad illuminare il mondo … o forse questa lettura è data dalla predisposizione del mio animo.

Mi preparo il caffè con già la voglia di rimettermi in marcia.

La cosa che ogni volta mi stupisce è che quel luogo, ove c’è montata la tenda e che sento come ‘casa’, appena la tenda è smontata e non esiste più, torna ad essere semplicemente un luogo. Prova a farci caso.

Scappare dalla ‘civiltà’ e dormire una notte soli tra i monti, con il solo riparo di una tenda, tra rumori immaginari e bagliori inesistenti è un’esperienza che non è riservata solo agli ‘avventurieri’. Lottando con la nostra voglia di rimanere sempre confinati nella nostra ‘comfort zone’, dormire scomodamente dà in cambio una bellezza memorabile e lo puoi provare quasi ovunque. Ed ovviamente non necessariamente solo in montagna. E ricorda:

Procastinare a domani presuppone di essere sicuri di avere tanti domani. Ma per qualcuno di noi c’è soltanto l’oggi.

ZORAS