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Il giro del Sorapiss/Sorapís (*) era qualcosa che mi frullava per la testa da un po’ di tempo. È un itinerario ad anello che permette di attraversare tutti i versanti di uno dei maggiori gruppi montuosi delle Dolomiti. 

Leggevo che servono due giorni per completarlo, ma leggevo anche che il ‘record’ in giornata è di 4 ore 52 minuti!! (Detenuto da Andrea Piccoliori Guida Alpina di Cortina che gentilmente me l’ha confermato). Non è certo nelle mie possibilità incalzare queste prestazioni. Mi interessa però fare delle uscite ‘tutte d’un fiato’ (come i Badia4Peaks) o al massimo con pernotti d’emergenza (tenda, bivacco LINK all’aperto, etc.). Solitudine ed autosufficienza sono elementi aggiuntivi che metto tutte le volte che posso nelle mie avventure. E allora …

… allora succede che vedi dei tuoi conoscenti che riescono a farlo in giornata e, proprio come vuole essere questo blog, ti dà l’ispirazione e la convinzione che potresti farcela anche tu! (“Se lo ha fatto lui/lei ci posso provare anch’io…”).  Quindi: escludo i due giorni e punto ad una ‘nonstop’! Una lunga ‘camminata in croda’ i cui ingredienti sono l’allenamento alla fatica, la determinazione, l’essere avvezzi a muoversi su cenge, crode e balconate rocciose ed infine saper affrontare due vie ferrate: la via ferrata Berti e la via ferrata Vandelli (oltre ad un più facile sentiero attrezzato Carlo Minazio). 

La fatica necessaria (tanta) a compiere il giro del Sorapiss sarà comunque ricompensata dalla vista del selvaggio, meraviglioso e superbo (!) ambiente in cui mi muoverò e dalla pace e solitudine di questi luoghi così lontani dalle folle (Lago Sorapiss escluso!!!!).

Descrizione percorso

Il percorso qui descritto prevede di fare il giro in senso orario. L’escursione si può comunque compiere in entrambe le direzioni; a te la scelta! 

Di primo mattino diamo inizio alla nostra avventura, questa volta non sono solo, ma mi accompagnano degli amici che si sono dimostrati incuriositi ed interessati a questo ‘grand tour’

Lasciandoci alle spalle il rifugio Vandelli, raggiunto da Passo tre Croci, ci incamminiamo sul sentiero n. 243 in direzione della via ferrata Vandelli alla Croda del Fogo. La ferrata permette di guadagnare rapidamente quota ed i cavi presenti offrono un’ottima protezione. La ferrata risale verso sinistra il versante occidentale della Croda del Fogo (Col del Fuoco), una delle ultime propaggini nord-orientali del gruppo. Si tratta sostanzialmente di una lunga cengia frequentemente intervallata da brevi camini e muri verticali, ed alcuni traversi abbastanza esposti. Al termine della ferrata si scende, perdendo di quota, per prati e ghiaioni alla Busa del Banco dove sorge il bivacco Comici. 

Dal bivacco si sale alla forcella Bassa del Banco, inizio del Sentiero Minazio. Qui una stretta cengia, attrezzata con funi metalliche, consente di superare una strapiombante parete con passaggi molto esposti e che prosegue su cenge e facili rocce in un continuo saliscendi, fino ad incrociare il sentiero n. 226, che percorre l’intera Valle di San Vito. 

Questo lungo sentiero attrezzato ci conduce infatti per cenge erbose ed invase dai mughi fino al bivio dell’Alta Val di San Vito, di fronte alla magnifica Torre dei Sabbioni. Il sentiero Minazio sulla carta appare piatto ma nella realtà si rivela un infinito saliscendi sempre sul ciglio di aeree cenge. La vista della Torre Sabbioni non ci deve distogliere dalla gestione delle forze, in quanto, più si avanza, più si ha comprensione della vastità dell’ambiente…visto che non la si raggiunge mai!

Al termine del Minazio un bivio ci indica la via per salire al bivacco Slataper. Senza perdersi in inutili traversi il sentiero punta al rosso Bivacco, che in anche in questo caso sembrerà più vicino del previsto.

Durante questa ascesa il tempo per noi si guasta ed inizia una leggera e costante grandinata che ci costringe a coprirci e a rallentare il passo sino al bivacco. Aspettiamo fino a che il meteo sembra permetterci di affrontare l’esposta Ferrata Berti.

In mezzo alle nubi ci avviciniamo al bordo della parete sud di Croda Marcora. Siamo ora all’inizio della via ferrata Berti, che scende vertiginosamente sul versante opposto. I 1500 metri di vuoto sotto i nostri piedi fanno una certa impressione, ma la ferrata è ben attrezzata. Dopo una prima cengia ci abbassiamo ancora lungo una serie di camini in ombra, per proseguire risalendo una scaletta che ci porta sulla Cengia del Banco. Noi abbiamo attraversato, da sud a nord, l’intera parete della Croda Marcora sotto grandine e pioggia.

Il tempo calma la sua indole dispettosa e ci lascia godere i panorami e le esposizioni che in alcuni punti sono notevoli e lasciano spazio ad emozioni come entusiasmo, euforia ed ansia. Il luogo è maestoso e superbo! Dopo la cengia e i suoi saliscendi, finalmente in discesa, entriamo nel profondo vallone dei Tonde de Sorapiss. Qualche salto di roccia (per noi da disarrampicare con il bagnato) ci depone finalmente su di un comodo sentiero.
Ora è possibile scendere direttamente al Rifugio Vandelli passando sotto al Ghiacciaio Orientale e costeggiando il ‘famosissimo’ Lago di Sorapiss. Peccato che lo dobbiamo fare (come quasi tutto il percorso) senza poter fare foto visto il temporale che nel frattempo ci ha raggiunto e ci impone prudenza e celerità.

Dal rifugio, stanchi ma felici, ci portiamo al Passo Tre Croci con un bell’arcobaleno che ci dice che la giornata ha finito di metterci alla prova.

Una giornata, un ‘viaggio’ unico ed indimenticabile che mi ha fatto sfidare alcuni luoghi comuni, che mi ha messo alla prova anche attraverso un meteo dispettoso ma che alla fine ci ha dato modo di apprezzare ancor di più i luoghi e la nostra non scontata presenza. Un’altro giorno vissuto intensamente!

Dettagli Tecnici

Tre ferrate:
Via ferrata Alfonso Vandelli : alcuni tratti sono molto esposti; è una lunga attraversata verso sx.
Sentiero attrezzato Carlo Minazio : facile ma non banale, richiesto passo fermo; è un lungo saliscendi in alcuni tratti molto esposto.
Via ferrata Francesco Berti : molto esposta e vertiginosa; considerando che con l’itinerario qui proposto la ferrata Berti la si affronta in discesa, si può affermare che è il momento più difficile dell’intero tracciato. Non si deve aver paura del senso di vuoto molto presente.

Cengia del Banco : bellissimo tracciato molto aereo ed esposto, anche in questo caso serve piede fermo e gestione della fatica (continuano i saliscendi).

Dislivello positivo: 2197 metri

Lunghezza: circa 32,800 km

Suggerimenti utili

  • Il giro del Sorapiss, dopo la nostra esperienza, consiglio di affrontarlo con assoluta certezza di previsioni meteorologiche buone e stabili.
  • Meglio studiare preventivamente il percorso; il sentiero è segnato, ma a volte le indicazioni non sono del tutto chiare. La preparazione sul percorso è utile anche per fissare le pause in modo corretto.
  • Munirsi di adeguata quantità d’acqua, difficilmente se ne trova di pulita lungo il percorso e i Bivacchi ne sono sprovvisti (privi di sorgente).
  • Se decidi di provare anche tu il giro in giornata, preparati per una giornata lunga e difficile…ma decisamente emozionante e gratificante!

Quel che facciamo lo facciamo per noi stessi, perché amiamo stare lassù a combattere, sia che raggiungiamo i nostri obiettivi sia che li manchiamo.

Alex TXIKON

TRACCIA SUUNTO : https://maps.suunto.com/move/lorenzo130461/631ce9c336831777e4496a98

TRACCIA WIKILOC : https://it.wikiloc.com/percorsi-corsa-in-montagna/federavecchia-113265846 

FOTO PARTICOLARI SU INTAGRAM : https://www.instagram.com/too.old.to.eporex/

(*) Il nome del Sorapìs deriva dalla cascata generata dalle acuqe emissarie del lago di Sorapiss. Il lago è scavato nella roccia e privo di emissari superficiali; le sue acque raggiungono infatti per via sotterranea la grande soglia rocciosa del ripiano glaciale, uscendo nella cascata “el Píš”. Il termine Píš ( leggi pisc, da “pisciare”, urinare) è molto diffuso nella toponomastica dell’area ladina per indicare cascate e cascatelle. Proprio da questo nome deriva quello del gruppo montuoso “Sora el Píš”, ovvero sopra la cascata el Píš.