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Scialpinismo in Val di Fassa: traversata del Catinaccio, da Passo di Costalunga (transitando per Rif. Roda di Vael) alla Val Duron (attraverso Rif. Vajolet, Rif. Principe, Rif. Antermoia, Rif. Micheluzzi), con salita alla Cima del Catenaccio d’Antermoia mt.3004.

Lo scialpinismo è tra gli sport più affascinanti che conosca, perché richiede forza, resistenza, sicurezza personale e conoscenze tecniche. E’ capace di unirmi fortemente alla montagna che si lascia ‘intimamente’ esplorare, a cui ricambio con il massimo rispetto.

Dove il silenzio prende il sopravvento ed inizia la selezione turistica, questo ambiente invernale, ammaliante e nello stesso tempo severo, mi trasmette calma e serenità…ma non sempre …

Spesso le circostanze inattese aprono porte inimmaginate prima.

ZORAS

Uno schiaffo di cui avevo bisogno

Per me lo scialpinismo sono levatacce mattutine ove il buio e la luna sono gli amici che mi accompagnano ad incontrare albe meravigliose.

Ma per me lo scialpinismo è soprattutto sci + alpinismo. Affiancare lo sci su nevi ‘vergini’ e scalate in stile alpino è il connubio che amo e che in questa avventura ho ricevuto.

E’ stato tutto casuale, ma assolutamente fantastico!

Mi trovavo in un momento down, succede. Poca voglia di allenarmi, periodo di vita stressante, ambiente in cui mi trovo poco stimolante, attività che facevo che non mi portavano al ‘limite’.

Poi succede che in una traversata di due giorni che doveva essere semplice e divertente, ti viene proposto di aggiungere la salita ad un 3000 e di mantenere il percorso programmato anche se le condizioni della neve “non sono proprio ottimali”. Una situazione di cui avevo bisogno: accetto!

Il primo giorno scorre veloce: Passo di Costalunga, Rif. Roda di Val, Forcella Zigolade ed infine Rif. Stella Alpina. La neve in salita non è ‘facile’, ma con i rampant ed un po’ di grinta si risolve. Anche la neve in discesa non è per me ‘facile’: crosta non portante. Scendo a ‘punto e linea’, ma scendo. Risultato della giornata: buon ‘acclimamento’ a quello che mi aspetterà il giorno successivo ed una bella vescica sul piede destro (non uso i rampant in modo abituale e questo mi ha ‘segnato’).

Il secondo giorno inizia con una giornata coperta e calda. Si sale con regolarità, prima il Rif. Preuss, poi il Rif. Vajolet ed infine il Rif. Principe. Cambio assetto e si inizia a salire il Catenaccio d’Antermoia mt. 3004. Le condizioni, almeno per questa salita, sono ottime: neve per lo più dura che con i ramponi permette velocità e sicurezza. La quota e la fatica si sente, ma la vetta viene raggiunta nei tempi prestabiliti. Il tempo di due foto e si inizia subito la discesa … la ‘gita’ è ancora lunga.

Veloce rientro al Rif. Principe, cambio nuovamente assetto, e si sale alla Forcella Antermoia. La neve sembra abbondante e di buona qualità! Il buon umore quindi compensa la fatica.

Raggiunta la Forcella, la natura mi dà il primo schiaffo di giornata: non è così! La neve è poca e dura, ma almeno è portante e ci permette di scendere rapidi, godendoci anche la traversata sul lago d’Antermoia: molto adrenalinico!!

Stanco, devo togliere gli sci per risalire un breve tratto che poi ci dovrebbe condurre nella Val Duron: la fatica comincia a farsi proprio sentire.

Secondo schiaffo: la discesa è molto complicata. Poca neve, sassi affioranti che ci inducono a scendere tratti con gli sci in spalla e tratti in derapata. Il tratto successivo è su neve crostosa e non portante: OK! Ora ‘si gioca’! La stanchezza è veramente molta, le gambe non reggono le complicate curve, cado spesso, fatico a rialzarmi, lo zaino pesa, la grinta e la rabbia è tanta, scendere per me diviene sempre più faticoso e complicato. Trovo la discesa decisamente più ostica che la salita complessiva. Per un breve tratto passo lo zaino pesante a Patrick. Arrivo così alla forestale. Riprendo lo zaino e la voglia di sciare. Ora finalmente si scia, si curva con facilità, si arriva veloci a Campitello…birra!

Sono vuoto, privo di qualsiasi ulteriore forza, sfinito, ma grato a Patrick che mi ha fatto da guida in questo itinerario e alla natura che con le sue condizioni, direi non ‘ottimali’, mi ha rimesso alla prova, mi ha permesso di lottare, di sentirmi ancora ‘vivo’, di dover ancora giocare con la mia testa per farla andare avanti e farla seguire dai muscoli in difficoltà. Riaffrontare i mie limiti, le mie debolezze: fantastico!!

Una giornata che non rivivevo da molto tempo e che mi ha riempito di vita e di gioia.

Ringrazio infinitamente Patrick Carminati, la Guida Alpina che mi ha accompagnato e mi ha permesso di vivere questa giornata. Che ha avuto la pazienza e la sensibilità di lasciarmi, in silenzio, a lottare con il mio ‘mostro’: la fatica, il ‘limite’ che da un po’ non raggiungevo, la voglia di farcela contro l’invito a lasciar perdere. Tutte sensazioni che avevo dimenticato e di cui avevo un bisogno fottuto!!

Forse è vero che non tutto viene per caso.

Questo è il mio sci-alpinismo! Sci, alpinismo e fatica. Dove quello che incontri e che hai programmato devi poi saperlo gestire.

Alla prossima uscita! La miglior medicina per la vita!

Info

Le possibilità nel Gruppo del Catenaccio possono essere infinite sia d’inverno che d’estate. Nel caso vogliate provare qualcosa di più delle ‘solite cose’ (e magari non avete il compagno libero), Patrick Carminati può essere la fiammella per accendere l’incendio.

Buone avventure, sempre con lo spirito: “se ce l’ho fatta io”…