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Tra i sentieri a lunga percorrenza tracciati sui monti europei, uno dei più famosi è senza dubbio il GR20 (Grande Randonnée 20). Tant’è che agli amanti della montagna, quando si parla di Corsica, viene subito alla mente questa sigla, un po’ asettica ma che corrisponde ad un viaggio a piedi indimenticabile.

Il GR20 è considerato tra i più impegnativi percorsi di trekking d’Europa, ed è quindi un obbiettivo per tutti gli escursionisti che vogliano mettersi alla prova con un itinerario che prevede grandi dislivelli, passaggi impervi e con la possibilità di viverlo in autonomia, visto il permesso di usare la propria tenda (seppur in aree dedicate), spesso vietata in molti altri trekking.

Messa così non poteva che solleticare il mio interesse, la mia voglia di sfide e di nuove avventure.

Il Grande Randonneé 20

Il Grande Randonneé 20, meglio noto come GR20, è un sentiero a lunga percorrenza che taglia la Corsica da Nord-Ovest a Sud-Est seguendo la principale catena montuosa dell’isola. Si tratta di un percorso unico nel suo genere, che unisce l’ambiente tipico della macchia mediterranea a quello alpino. Il dislivello totale, oltre i 13000 metri, lascia intuire l’impegno fisico che questo itinerario comporta.

Il segreto di un’esistenza piena e felice sta nell’imparare a distinguere tra i tesori veri e quelli falsi. Il mare, il sole, i monti, la luna e le stelle, sono alcune delle vere ricchezze. Sono tesori senza tempo e ci sono stati regalati per ricordarci la magia dell’esistere. Poi ci sono gli incontri …quelli ‘veri’.      

eporex

E’ più di un anno che guardo e riguardo la cartina del GR20 aspettando l’occasione giusta per buttarmi sull’avventura: servono almeno 16 gg di ferie per il trekking completo, serve allenamento, fortuna nel meteo e possibilmente un compagno d’avventura. Molte variabili che mai si innestavano tutte perfettamente tra loro. Perciò: in una sola settimana di ferie cercherò di completare tutto il GR20 Nord, quello più impegnativo tecnicamente (9 tappe con 7850 mt. D+ e 105 km), quello con i panorami più suggestivi ed aerei. L’allenamento minimo penso di averlo, parto ad inizio stagione perché non sopporto più il troppo caldo (inserendo di riserva uno/due giorni per eventuale maltempo) e lo faccio in solitaria (non ho trovato avventurieri-amici disponibili) userò la tenda per avere maggior flessibilità nelle tappe, evitando i pernotti ai rifugi. Come al solito, leggero e rapido: fast & light. Questo, lo spirito alla partenza…

Quanto vissuto dopo la partenza

Ora mi cimento in una ‘traduzione’, una trasposizione in parole, di ciò che ho vissuto e provato in quest’avventura. Queste ‘poche’ (!?) righe vogliono essere il presuntuoso tentativo di offrire la possibilità di fare un viaggio ‘virtuale’ del GR20 attraverso la mia sensibilità, senza i dolori ai piedi, alle spalle, il caldo, la stanchezza e l’affanno delle salite. Ho scelto di non fare un video (come per altre occasioni), ma volutamente di accompagnarti solo con parole ed alcune immagini ‘fisse’ per lasciarti volare con la mente.

Per prima cosa devi sapere che le isole sono mondi a sé, vivono un ‘distacco’ dove il tempo scorre diversamente, più lento (situazione già vissuta e descritta qui: Barca a VelaGTE), più rilassato; preparati a distaccarti quindi dalla fretta…

Le mie tappe

1 – CALENZANA – RIF. D’ORTU DI U PIOBBU mt. 1350 D+ mt. 90 D- KM 12,300 4h45’ (con pause)

Profumo di isola (finochietto, lavanda, aloe, etc.), profumo di libertà. Alle 07.00 è già molto caldo. Per fortuna dopo un po’ il sentiero sale sul versante in ombra, sino a raggiungere una quota più ‘fresca’. Vegetazione e qualche passaggio su roccia facile è quello che incontro. Oltre anche a molta gente partita con me e molta che raggiungo sul sentiero. Al rifugio mi dicono che per la sera devono preparare 110 coperti! Dov’è la solitudine!? Dov’è il GR20 che immaginavo e di cui avevo letto!?

Come spesso mi accade nei luoghi più strani e durante le mie avventure, avvicino od incontro persone ‘strane’, stravaganti, un po’ ‘fuori’. Con cui però lego. Chissà perché…

UNO, DUE, TRE: GR20-LINK DI QUANTO SCRITTO DAL VIVO

2 – RIF. D’ORTU DI U PIOBBU – ASCU STAGNU mt. 1570 D+ mt. 1560 D- KM 15,400 9H00’ (con pause) – Tappa doppia

Partire presto diluisce le mie preoccupazioni (così sarà poi per tutto il mio GR20) vista la decisione odierna di doppiare la tappa.

Parto nel dire che sono state due tappe bellissime. La partenza è stata su tipico e conosciuto terreno (i Lagorai, catena vicina a dove vivo). Via via che ci si alza si vede il mare e le montagne da raggiungere più avanti. L’ambiente diviene sempre più selvaggio ed aspro. Dalla salita su placche di granito bruciate dal sole, a forcelle (Bocca/Boccu) ripide su sfasciumi e canali detritici, al bosco di pino loricato (u lariciu in corso) incantevole.

Cosa ho imparato da questa tappa? Che quando devi raggiungere una Bocca, non darti false aspettative, guarda in alto, localizza quella più alta, ripida, quasi irraggiungibile, sarà quella la meta da superare. Se inoltre, ne dovrai superare più di una, non aspettarti dei traversi, ma dei sali scendi al cardiopalma; individua la linea più complicata, sarà quella! Non puoi sbagliare. Ed infine le discese: non abbassare la guardia, ci metterai tanto tempo a salire quanto a scendere. Detriti, sfasciumi, salti di roccia, faranno di tutto per rallentarti.

UNO, DUE, TRE: GR20-LINK DI QUANTO SCRITTO DAL VIVO

3 – ASCU STAGNU – MONTE CIMO – RIF. TIGHJETTU – BERGERIE D’U VALLONE mt. 1470 D+ mt. 1490 D- KM 13,600 13H55’ (con pause)

Il viaggio, non la meta. La salita al Monte Cinto (che sostituisce il Cirque de la Solitude) è una bellissima tappa ‘alpinistica’. Si sale una valle selvaggia, con passaggi su roccia, placche granitiche ed attraversamento di piccoli nevai. Ruscelli impetuosi, sbalzi di roccia e ghiaioni fanno da scenario ad una salita dura, ripida con pochi tratti di respiro. Entusiasmante. Fortunatamente la temperatura è quella da ‘alta quota’ (il Monte Cinto è la cima più elevata della Corsica, mt. 2.706). Dalla cima vedere il mare e monti innevati è emozionante. Ma quello che ha appagato la giornata è stato più l’ambiente di salita che la cima stessa, il viaggio più che la meta. La discesa sul versante Sud, con il sole all’azimut, ne fa una discesa per me terribilmente calda. Il miraggio di una birra fresca e di una piscina naturale dove immergermi mi fa accelerare il passo per raggiungere prima possibile la Bergerie e le sue piscine naturali.

Tappa top. Sia per l’ambiente, per la fatica, per il tracciato (anche tecnico), che per i panorami e la salita alla Cima più alta di Corsica. Non so come fosse il Cirque de la Solitude ma questa tappa è una degna sostituta.

CIRQUE DE LA SOLITUDE-LINK DI QUANTO SCRITTO DAL VIVO

4 – BERGERIE D’U VALLONE – RIF. CIOTTULU DI I MORI – CASTEL DE VERGIO mt, 630 D+ mt. 670 D- KM 15,100 8H00 (con pause e bagni nelle piscine naturali)

Non so più cosa sia svegliarmi alle 7.00/8.00 di mattina. Svegliarmi alle 4.30/5.00 sta diventando la normalità. Partire presto, oltre a darmi tranquillità, mi permette di avere meno tempo per soffrire al caldo, ed inoltre di poter godere di eventuali piscine naturali che si trovano sul percorso.

La via, quando sale, prende sempre canali detritici nella loro massima pendenza (la mattina alla partenza me ne dimentico sempre!). Al Rif. Ciottulu di I Mori sembra arrivare anche la pioggia, ma un forte vento spazza il cielo riportandomi a quel caldo che non sopporto più…come comincio a non sopportare più il mio ‘compagno’ zaino (kg 14,500). In questa tappa però ci sono molte piscine naturali dove potersi rinfrescare. Come non sfruttarle per abbassare la temperatura del corpo? Serve però un coraggioso salto nell’acqua gelida. L’arrivo di questa tappa è un po’ ‘scialbo’ (se ami l’avventura e non gradisci i comfort), in quanto si arriva su di un ‘passo’ con la presenza di un hotel e noi randonneurs siamo messi un po’ ‘all’angolo’ come attori non protagonisti.

DEVO RICORDARMI DI ESSERE IN CORSICA-LINK DI QUANTO SCRITTO DAL VIVO

5 – CASTEL DE VERGIO – BERGERIE DI VACCAGHJA – RIF. DE MANGANU mt. 620 D+ mt. 350 D- KM 17,500 6H15 (con pause e relax allo splendido Lac di Nino)

Questa alla fine risulta una tappa breve e di trasferimento. Dopo molti giorni di paesaggi brulli e rocciosi, vedere dell’erba verdissima con pozze d’acqua ed un lago di un blu intenso è emozionante. Dopo una lunga pausa per assorbire tutta la bellezza e la forza ‘spirituale’ di questo luogo (specialmente se si arriva presto, prima che diventi ‘affollato’) in breve si arriva poi al punto tappa. Tappa doppiabile.

LA STRATEGIA HA FUNZIONATO?-LINK DI QUANTO SCRITTO DAL VIVO

6 – RIF. DE MANGANU – RIF. PETRA PIANA – RIF. L’ONDA mt. 1130 D+ mt. 1230 D- KM 17,200 8H00 (con pause e Variante delle Creste) – Tappa doppia

L’idea oggi era quella di vedere l’alba dalla prima Bocca: Bocca alle Porte, uno dei punti più alti della Randonnée (mt. 2.230). Parto alle 05.00. Come sempre la mia aspettativa di una salita ‘normale’ viene presto disillusa. Cosicché non arrivo in tempo sulla breccia. Il sole è già sorto (ma si può fare 600 mt di dislivello in 2 ore !?!). Per poterla vedere bisogna partire veramente molto presto (almeno però ho goduto della via lattea alla sveglia). Il sentiero diviene poi piacevole, con qualche passaggio tecnico ed una discesa che porta al Rif. Pietra Piana terribile (non giudicherò mai più negativamente nessun sentiero delle ‘mie’ Dolomiti!). Dopo appena 4h30 sono al Rif. Pietra Piana. Sono le 09.30…che si fa?

Il tempo sembra buono, soffia un forte vento che non fa percepire il caldo. Alle 10.00 parto per il Rif. L’Onda attraverso la Variante delle Creste. Doppiare una tappa non è mai facile e riduce le energie. Ma comunque la cresta è bellissima! Il panorama non è quanto mi aspettassi, ma il vento è forte ed è un compagno rilassante e motivante. Quanto lo sono anche il francese Erich e l’olandese Harm, con i quali sto facendo lunghi tratti insieme. Arriviamo per pranzo al Rif. L’Onda che di lì a poco si riempirà di camminatori (alla sera conto 80 tende), in quanto punto di incrocio tra chi doppia, tra chi va verso sud e chi, al contrario, va verso nord. Sono sempre meno solo…

LA CRESTA E LA LEGGE DELL’ATTRAZIONE-LINK DI QUANTO SCRITTO DAL VIVO

7- RIF. DE L’ONDA – MONTE D’ORU – VIZZAVONA mt. 1120 D+ mt. 1530 D- KM 13,300 9H15 (con pause e bagno nella piscina naturale)

Contrariamente alle mie abitudini da ‘orso’ mi sento in vena di chiacchierare. Le varie persone incontrate si sono alternate e cambiate. Ora con il trio: io, Harm ed Erich, copriamo più idiomi (Harm parla sette lingue) e riusciamo a scambiare opinioni ed emozioni con tante persone provenienti da tutto il mondo.

Nella notte ho sentito un po’ di pioggia e temporali, con fulmini in lontananza. L’alba però è limpida, con un forte vento che la tiene sgombra da nubi. In Dolomiti, dopo una notte così, sarebbe stata una mattinata fredda, ma qui sono già in pantaloncini e smanicata. Decidiamo di completare il nostro GR20 Nord con la salita a Monte d’Oru (mt. 2.390).

L’imbocco del sentiero di variante non è facile da individuare ed anche a seguirlo serve attenzione (passaggi delicati). Ma ne esce una salita entusiasmante ed una vetta degna della fatica. Non si poteva concludere in modo migliore! La vista è sulle ultime tre tappe fatte e sulla valle d’arrivo, ancora coperta da un lenzuolo di nubi (sono solo le 09.00).

Scendiamo un po’ malinconici e tristi, senza voglia di finire questa bella avventura. Io ed Harm non abbiamo più ferie, solo Erich potrà continuare verso sud (GR20 Sud) e completarlo tutto.

BISOGNA ESSERE UN PO’ MASOCHISTI-LINK DI QUANTO SCRITTO DAL VIVO

Qualche dettaglio ed informazione aggiuntiva

Dietro a questi 7 giorni ci sono aneddoti, tanti giorni di preparazione, molta programmazione (anche in corso d’opera) ma anche molta molta flessibilità ed improvvisazione!! Nonostante un’attenta selezione, non sono potuto scendere sotto i 14,5 chili di zaino (a pieno carico con riserva d’acqua, aumentata durante i giorni di percorrenza). Il mangiare? Quello che ho potuto trovare ad ogni ‘punto vendita’ incontrato! Le prime notti in tenda sono state divertenti, poi sono state infinite e sfiancanti a causa della perdita del materassino.

A proposito di cibo. Le Bergerie e i Rifugi si stanno attrezzando per ‘richiamare’ i camminatori presso di loro. In particolar modo con le pietanze: chi per le lasagne (L’Onda), chi per le mele fritte (Pietra Piana), chi per il tonno (Manganu), chi per l’omelette alla menta (Carozzu)…chi per la bella gestrice (Vallone). Di contropartita altri sono ‘stanchi’ di vedere tutto questo afflusso e non sono propriamente ospitali. Per quanto riguarda i prezzi, va considerato che nella maggior parte dei locali viene accettato solo il contante e quindi va calcolato con attenzione. Indicativamente la colazione costa 8,00 euro, la cena 20/25,00 euro. Discorso a parte il pernotto. Per chi come me usa la tenda personale, per la massima libertà di programmazione (doppiare le tappe e quali è stato deciso durante il percorso) e la flessibilità di spostamento, riservare il posto tenda con due giorni di anticipo come richiesto dalle nuove regole di quest’anno, è una richiesta poco praticabile. Questo comporta una ‘penale’, il raddoppio del costo del posto tenda: da 9,00 euro standard (con prenotazione 48 ore precedenti) a 18.00 euro. Vanno aggiunte le bevande (come si può non bere una birra all’arrivo della tappa -5/7,00 euro- o dell’acqua gasata – Orezza 3/5,00 euro-) oltre a rifornirsi per il pranzo del giorno dopo. Direi che va calcolato contante per euro 75/80,00 circa al giorno (dato al 06/2023).

Il GR20 dunque è il trekking più duro d’Europa?

PRO

La formula tenda (avventura+libertà) e quindi uno zaino pesante, sicuramente ne aumenta la difficoltà. Io probabilmente sono incappato in una settimana torrida di Giugno (in quasi tutto il sud Europa), ma il caldo è sicuramente un altro elemento importante di aggravio della difficoltà (specialmente a Luglio ed Agosto). A questi si aggiungano sentieri non semplici, salite e discese ripide su terreni sconnessi e dislivelli importanti (in particolare se si doppiano le tappe).

CONTRO

Questa nuova regola (in precedenza valida solo per il pernotto in rifugio o il noleggio della tenda alle bergeries) di dover riservare con due giorni di anticipo anche il posto piazzola ‘libera’; i prezzi molto lievitati (rispetto alle informazioni raccolte sul web degli anni scorsi); la presenza di tanta gente e di sempre più bergeries ospitali; dà la sensazione che si sia tramutato in un business, con conseguente perdita dello spirito originale del GR20. Spirito che mi aspettavo di trovare e che a volte mi ha fatto pensare di star facendo più fatica di quanto mi stia ripagando in termini di emozioni. Tutto ciò me lo ha fatto percepire meno difficile, più alla portata, se non di tutti, di molti. Non per questo è un’escursione di più giorni che posso definire facile.

Per quanto scritto, personalmente, guarderei anche ad altro (ad esempio nei balcani). Mi sembra che si stia fregiando della ‘moda’ di averlo fatto, perdendone il ‘vero’ significato e la sua ‘difficoltà’. Sicuramente ora puoi trovare lo spirito di un ‘cammino’, con l’incontro di molta gente, di culture e di storie personali. Sicuramente bello, ma non era quello che cercavo. Per me il GR20 doveva essere un’altra storia.

Meglio e peggio

Un momento peggiore vero e proprio non c’è mai stato. Citerei quello in cui ho capito che per le notti successive non avrei più dormito sul comodo, non potendo più usare il materassino per la tenda.

Non dimenticherò invece quando io ed Erich avevamo oramai dato per ‘perso’ il buon Harm ed invece, dopo quasi una tripla tappa, si è riunito a noi!

La sorpresa più grande è stato vedere così tanta gente, preparata ed abbigliata nei modi più diversi, come oramai si vede su qualsiasi terreno montano (dai leggeri trail runner, a chi si muove con scarpe da ginnastica, a chi pesantemente con scarponi, etc. etc.).

Qualcuno potrebbe facilmente ironizzare su quanto scritto sin qui, ma le imprese, le avventure sono anche qualcosa di soggettivo. Le tensioni, le paure e le ansie che le accompagnano (in particolare se in solitaria), sono i materiali con i quali restano scolpite dentro di noi. La differenza la fa proprio l’anima e quanto vissuto intensamente. Ogni GR20 sarà diverso per ciascuno.

Buon viaggio, buone avventure, buona vita e buon vento!

Per qualsiasi ulteriore informazione scrivimi. Sarò felice di aiutarti ad organizzarlo.

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La mia grandezza è nell’ordinario, non nei comportamenti estremi.

ZORAS