“Riposo non è riposo ma mutar fatica alla fatica è riposo.”

Bruno Detassis

Chi non ha mai sentito la frase: ‘Mi hanno messo a riposo.’  – ‘Non ho più l’età per …’ – ‘Sono vecchio per …’  – ‘Oramai …’ Chi non ha visto persone che si adagiano su queste posizioni. 

Molte ricerche (*) in tutto il mondo mostrano che la terza, quarta e quinta età possono essere periodi di vita con rinnovate possibilità sul piano dell’arricchimento personale; stagioni della vita in cui le persone possono essere ancora attive, coltivare passioni e interessi, sviluppare relazioni e vivere stati mentali di incrementato benessere e serenità. Chiaramente bisogna alzarsi dal divano, spegnere la TV ed uscire dalla ‘zona comfort’ ottenuta.

” Non accade mai nulla di profondo nella tua vita fino a quando rimani nella tua zona di comfort.”

Bill Courtney

Benvenuto/a

Mi chiamo Lorenzo Doris (Eporex) e sono un compulsivo frequentatore delle montagne, dei deserti … della natura ‘difficile’ in genere!

Mi fa sentire ‘vivo’ percorrere itinerari montani (e non) … a piedi, in bici, arrampicando o con lo scialpinismo. Con un ‘contatto’ fisico. Se riesco, cerco tracciati nascosti e suggestivi, con uno zaino in spalla e sguardo curioso.

Sono stato un autore di alcune pubblicazioni e mi piace ancora scrivere; sono stato un Istruttore di Alpinismo e di Trail Running, ho cercato di promuovere, allora come ora, la frequentazione delle Dolomiti e di motivare le persone a ‘faticare’ e ad andare oltre, a ‘provarci’. 

Sono una persona normale, felice di essere entrata in quel periodo della vita dove hai più giorni vissuti di quelli che ti aspettano.

Tutto questo si condensa qui, su Too Old To: la passione dello scrivere; la passione di frequentare la natura, il mondo, la gente; la consapevolezza del tempo che passa e di quello che resta da vivere; insomma … il mio modo di vivere! Qui narro le mie ‘avventure’ e scrivo di quello che mi lasciano nel cuore. Perché credo che la ‘fatica’ sia un mezzo per arrivare alla consapevolezza di sé stessi .. e l’età non può, non deve e non è una scusa.

L’obiettivo del blog?

Molto sinceramente? E’ egoisticamente assecondare il mio piacere nello scrivere e la necessità di esprimermi. Aiutarmi (ma indirettamente anche aiutare) ad abbandonare le insicurezze e gli schemi mentali che ci tengono ancorati ad una vita poco attinente alle nostre effettive possibilità, ai nostri profondi o sotterrati desideri. Portarmi/ci ad agire!


(*) “Il pregiudizio relativo all’età è tra i più diffusi al mondo. Un dato interessante che è emerso dalle nostre ricerche è che spesso gli anziani pensano all’invecchiamento in modi più positivi degli adulti, ma avvertono che la società in cui vivono esercita un pregiudizio verso di loro. In alcuni casi questo pregiudizio viene interiorizzato e può avere conseguenze negative sul benessere soggettivo. Vale a dire che se un anziano sta bene e ha risorse, ma immagina che le persone che lo circondano abbiano di lui un’idea negativa per via dell’età, potrebbe iniziare a dubitare delle sue stesse capacità e alla fine convincersi di non essere in grado di fare qualcosa. I pregiudizi verso gli anziani ci portano a credere che siano persone necessariamente con menomazioni fisiche e ridotta intraprendenza, solitamente non in grado di apprendere cose nuove. Molti studi sostengono, invece, che alcuni problemi fisici dipendono soprattutto da fattori come lo stile di vita, piuttosto che dall’età anagrafica e che le fasi avanzate del ciclo di vita sono le migliori per riscoprire attività trascurate in precedenza. 

Sentirsi troppo vecchi per fare qualcosa è chiaramente uno stato mentale e quindi indipendente dall’età. Ma quello che è importante sottolineare è che questo stato mentale risente moltissimo della cultura in cui siamo immersi e del tipo di discorsi che circolano attorno a noi. In altre parole, l’idea che alcune attività possano essere svolte o non svolte solo a determinate età è una norma sociale, più che un dato incontrovertibile o un destino. E quindi è suscettibile di cambiamento”.

Gli anziani rischiano di ridurre anzitempo le proprie attività, di rinunciare a progetti e di impedire a se stessi di impegnarsi in compiti che richiedono l’apprendimento di cose nuove”.

Dal nostro punto di vista l’idea di essere troppo vecchi è innanzitutto una narrazione, un ‘si dice’ al quale molti possono opporre resistenza. Abbiamo in effetti rilevato molteplici modi attraverso i quali le persone sfidano questo pregiudizio, utilizzando quelle che chiamiamo ‘contro-narrative’. Ad esempio, alcuni intervistati erano determinati a conservare il loro modo d’essere giovanile. Usavano l’espressione ‘forza di volontà’ per riferirsi al loro impegno di rimanere forti, vivaci e impegnati a tutti i costi. Altri erano consapevoli degli stereotipi e si sentivano in dovere di combatterli. Altri ancora sentivano di dover semplicemente agire nel modo in cui agivano; erano spinti dal desiderio di essere così come erano e tendevano a riconoscersi nelle attività che svolgevano: “se non continuo a correre, non sono più la persona che pensavo di essere!”. Non si tratta quindi di prescrivere una ricetta, ma di prendere consapevolezza che la narrazione del ‘sentirsi troppo vecchi’ è un luogo comune e, come tale, va usata con prudenza.”

Da uno studio pubblicato sul Journal of Aging Studies: gli autori sono Diego Romaioli e Alberta Contarello, ricercatori del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata dell’Università di Padova


Ciascuno, in base alla propria biografia e inclinazioni, potrà trovare un proprio modo per rompere questo pregiudizio, magari proprio attraverso questo blog, traendone motivazione, idee, spunti.

La soluzione non è tanto quella di continuare a emulare un attivismo frenetico; non è mia intenzione fare cose da giovane o comportarmi, vestirmi da giovane! Quanto di essere ben consapevole della mia età, delle mie potenzialità, per non rinunciare alle opportunità che la vita quotidianamente presenta, accogliendo anche un lato contemplativo e più rilassato del vivere … ma non adagiandomi ed anzi ‘resistendo’ nel fare le cose che ho sempre amato fare. Naturalmente in modi e tempi consoni ad ogni anno che passa.

In sintesi

Qui, dunque, narro di me e delle mie attività, delle mie ‘avventure’, dei miei ‘disastri’ e delle eventuali ‘sconfitte’. Di uno ‘stile di vita faticoso’ ma che spero possa ‘smuovere’ altri. Giovani e meno giovani.

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PS. Mi viene spesso chiesto da dove deriva il mio nickname EPOREX. Guarda caso, dal fatto che in un certo periodo della mia vita mi sono trovato ad essere il più vecchio della compagnia di amici con cui ci trovavamo, nei WE, a programmare salite ed avventure in montagna (da cui REX – Dinosauro/Tirannosauro Rex); ma anche il più ‘innovativo’ in quanto stavo introducendo e testando, al posto dei classici panini, le prime barrette e gel sportivi (da cui EPO – in quegli anni alla ribalta della cronaca): EPOREX

MEMENTO MORI / CARPE DIEM