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Non ho mai apprezzato le ricorrenze. Dovrebbero servire a portare in primo piano alcuni aspetti importanti della nostra società, delle nostre vite, ma purtroppo vengono annacquate dalla loro moltitudine. Così finisce che il 1° Ottobre è la Giornata Internazionale delle Persone Anziane, ma anche la Giornata Internazionale del Caffè, la Giornata Internazionale della Musica e la Festa dei Nonni. A guardare bene però una certa correlazione tra queste ricorrenze la si potrebbe trovare…

Venendo alla ricorrenza che mi riguarda: l’assunzione di caffè…no, dai, scherzo! Non mi soffermerò sul caffè, ma sull’invecchiamento. 

La popolazione globale si compone oramai più di anziani che di giovani. L’invecchiamento è un fenomeno (relativamente) recente, ma che assumerà sempre più importanza e rilevanza in futuro. Nel 2021, una persona su 10 (nel mondo) aveva 65 anni o più, mentre nel 2050 questa fascia di età sarà rappresentata da una persona su 6 (fonte Pacini Giuridica – Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Udine). Anche i gli ultra-ottantenni stanno crescendo di numero sempre più rapidamente. Essi sono passati dal 3,4% del 2001, al 6% del 2020 (fonte AGE Platform Europe*).

La transazione demografica avrà un impatto su molti aspetti della società: dall’economia, alla salute. Per non lasciare indietro nessuno e garantire il diritto di vivere con dignità, uguaglianza e in un ambiente sano, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è da tempo impegnata nella promozione di iniziative a favorire l’inclusione degli anziani nella società moderna (cosa che nel passato era una normalità, seppur con modalità diverse).

SFIDE ED OPPORTUNITA’

La sfida da affrontare sarà l’aumento della domanda di servizi relativi all’assistenza e alla cura della persona. Di contro l’opportunità che gli anziani potranno apportare è l’importante contributo al volontariato, all’esperienza, il loro potenziale sociale, economico ed intellettuale. Tutti legati però al fattore determinante della salute.

L’ageismo è una delle principali sfide che una società longeva, come quella europea, si trova e si troverà sempre più ad affrontare. Appare necessario ed urgente un cambio di paradigma, in cui abbandonare la visione basata sull’assistenza e concentrarsi sullo sviluppo dell’autonomia degli anziani. 

INVECCHIARE IN BUONA SALUTE E LA SOLITUDINE

Gli interventi che l’OMS ha individuato sono quattro: 1) creare ambienti a ‘misura di anziano’; 2) combattere l’ageismo; 3) garantire assistenza integrata; 4) e a lungo termine. In base a queste aree individuate sono state evidenziate dieci priorità (sito link traduzione link). Il contributo offerto dall’OMS, in collaborazione con le Nazioni Unite, è quello di diffondere, a livello globale, le problematiche relative all’invecchiamento e avere piattaforme di lavoro per raggiungere gli obiettivi di cui sopra.

A dar risalto a tutto ciò, le Nazioni Unite hanno proclamato il 2021-2030 come il Decennio dell’invecchiamento in buona salute. Questa iniziativa mira a: cambiare il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo nei confronti dell’età e dell’invecchiamento; sviluppare le comunità in cui viviamo al fine che promuovano le capacità delle persone anziane; fornire cure integrate incentrate sulla persona e servizi sanitari primari che rispondano alle esigenze degli anziani; fornire alle persone anziane l’accesso all’assistenza a lungo termine quando ne hanno bisogno. 

La piattaforma Europea include una serie di case studies che descrivono esperienze in tutto il mondo ritenute espressive di un approccio efficace al tema dell’invecchiamento in buona salute. Tra questi è stato inserito il Programma “Viva gli Anziani!” iniziato nel 2004 a Roma ed ora diffuso in 11 città italiane e ad Anversa (Belgio). Progetto che tra i vari aspetti affronta l’isolamento sociale degli anziani, che è spesso associato ad un aumento della mortalità. La solitudine non solo comporta un pesante tributo emotivo per l’individuo ma genera anche costi per il settore sanitario. Sentirsi solo è segnalato dal 44,3% degli Europei sopra i 55 anni (fonte AGE Platform Europe*).

L’AGEISMO UNA SFIDA GLOBALE

La pandemia COVID-19 ha rilevato quanto sia diffuso l’ageismo (gli anziani e i giovani sono stati fortemente stereotipati nel discorso pubblico e sui social media). E’ stato dimostrato che nell’85% dei 149 studi, l’età ha determinato chi ha ricevuto determinate procedure o trattamenti medici (studi e revisioni del 2020). Va giustamente ricordato che l’ageismo non è indirizzato solo ai vecchi, ma si manifesta anche contro i giovani come nell’occupazione, la salute, l’alloggio e la politica dove le voci dei giovani sono spesso negate e respinte. L’ageismo ha gravi e vaste conseguenze per la salute e il benessere delle persone. Si stima che 6,3 milioni di casi di depressione a livello globale siano attribuibili all’ageismo. In particolare, si esacerba se sommato ai pregiudizi legati al sesso, alla razza e alla disabilità. 

COMBATTERE L’AGEISMO

Servirebbero politiche e leggi che affrontino l’età, che aumentino l’empatia e dissipino le idee sbagliate. Ma questo è un percorso irto di ostacoli e dai tempi lunghi. E’ importante quindi costruire un movimento volto a cambiare il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo verso l’età e l’invecchiamento. E’ necessario fare in modo che eliminare i comportamenti legati all’età, soddisfare i bisogni sanitari e colmare il divario digitale, siano tra le cose da fare da parte dei politici europei e nazionali. Sebbene numerose misure dell’UE abbiano affrontato i diritti degli anziani, c’è bisogno di una politica più completa e condivisa in materia. 

Cambiare l’attuale percezione degli anziani come un peso e un costo per la società, si può. Se si considera poi che i nuovi longennials (baby boomers e Generazione X) stanno spendendo molto più, rispetto a 10 anni fa (in attività culturali, per pratiche sportive, per viaggi, per la vita sociale ed internet) divenendo così un volano per l’economia.

Ma mano che il mondo diventa digitale, coloro che hanno una conoscenza informatica limitata o non hanno accesso a Internet incontrano sempre più ostacoli. Ma i longennials lo sanno! In media in UE utilizza Internet il 72% delle persone di età compresa tra 55 e 74 anni (fonte AGE Platform Europe*). 

Nel periodo del lockdown, i baby boomers hanno colonizzato la rete ed in particolare Facebook. Questi cinquantenni, per natura con il timone in mano (link), si sono sentiti però imbranati e vecchi in quello spazio inedito e i ragazzi glielo hanno notare!! Al punto che ora, per i giovani, essere su Facebook è squalificante: totalmente da boomer. (Se non te ne sei accorto, queste ultime righe fanno grande uso di ageismo!! 😉 )

RITORNIAMO AD ABBRACCIARCI? 

Non so se l’effetto che ti hanno dato tante parole sia il medesimo che sto provando io: io ho bisogno di un abbraccio! Un’abbraccio tra generazioni, tra padre e figlio, tra cittadino e politici, tra me e te.

Un abbraccio che ci aiuti ad affidarci all’altro e quindi anche ad allentare le nostre rigidità, tensioni verso l’altro, l’anziano, il vecchio. Un semplice abbraccio che rafforzi il nostro sistema immunitario (sia reale e fisico, sia astratto e sociale) a favorire il benessere e la salute (fisica e mentale). Utile a creare un’atmosfera meno grigia.

Un abbraccio al giorno toglierà il medico di torno e ci farà sentire più uniti? 

La tradizione dice che, quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita. (Paulo Coelho)

(*) AGE PLATFORM EUROPE

AGE celebra la longevità come una delle grandi conquiste dell’umanità. La visione AGE vede una società inclusiva, basata sul benessere per tutti, sulla solidarietà tra le generazioni e sul pieno diritto a godersi la vita, oltre che partecipare e contribuire alla società. I principi guida sono: – Il rispetto della dignità umana e dei diritti umani, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e lo stato di diritto; – I diritti umani e la dignità non diminuiscono con l’età; – Gli anziani sono autodifensori (dovrebbero essere aiutati a parlare a proprio nome come esperti della propria vita); – Le donne e gli uomini anziani sono una risorsa per la nostra società; – La solidarietà intergenerazionale rafforza l’inclusione e la giustizia tra le generazioni; – Ambienti favorevoli per gli anziani sono essenziali per comunità eque ed inclusive. 

Manifesto Europeo contro l’Ageismo 2024-2029 LINK: https://fondazionelongevitas.it/wp-content/uploads/2024/03/Manifesto-Ageismo-v-3-1.pdf