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Lo dico a tutti, lo affermo da sempre, ne sono pienamente convinto…ma stavolta ci sono cascato anch’io!

Per riavere la propria giovinezza non basta ripeterne le follie.

ZORAS

La motivazione errata

Il 20 Agosto del 1928 Fritz Wiessner e Hermann Kees salgono per la prima volta lo spigolo Ovest del Sass d’Ortiga. Una linea di arrampicata elegante e caratterizzata da una bellezza della roccia non facile da trovare nelle Pale di San Martino.

Il 10 Luglio 1988 scelsi questa via, quale prima mia ‘vera’ via di roccia in Dolomiti, da percorrere da primo di cordata, con compagno di cordata Cristina. Ripetuta poi il 10 settembre 1989 con il compianto Augusto.

Dopo 36 anni, il 5 Luglio 2024 ho deciso di ripercorrere questo itinerario, questa volta da secondo di cordata, per ritrovare le emozioni e lo stupore che provai a 21 anni.

Ed è stato questo l’errore in cui sono caduto anch’io!

Andare in un luogo della propria giovinezza o ripetere esperienze fatte in quegli anni non riporterà a galla quei sentimenti o quelle emozioni. Anzi, si rischia l’effetto contrario: che quei bei ricordi vengano offuscati proprio dal tentativo di riviverli. E’ acqua passata. E’ un’altro tempo. Ero un altro io.

L’onnipotenza che si ha a vent’anni, la forza fisica, la leggerezza mentale, l’appartenenza ad un gruppo sociale e alle sue ‘vibrazioni’, in 36 anni sono passate, svanite. Le ho vissute? Si? Bene! Fantastico! Ma sono altro da me ora. Hanno certamente fatto in modo che io sia quello che sono, ma devo andare avanti, trovando nuove strade e nuovi compagni di viaggio.

Come ho scritto, ho affrontato questa salita in attesa di rivivere quelle giovanili emozioni e sensazioni, ma non sono arrivate.

E’ arrivato invece altro.

La prestanza fisica non è stata un problema, la capacità tecnica di superare i passaggi neanche. Quello che è mancato era la ‘testa’: la confidenza con la verticalità (lo spigolo ti mette difronte a questo) e la confidenza con la leggerezza di spirito dei vent’anni, la ferrea certezza nelle proprie capacità, la spensieratezza, il desiderio del pericolo.

Ci sono volute molte lunghezze di corda prima di ritararmi. Per capire che dovevo adattarmi ad un’altra dimensione. Che la felicità, la gioia, la spensieratezza non dovevo ritrovarle, dovevo trovarle nuove, ricrearle.

E’ arrivato quindi altro.

E’ arrivata l’esperienza, la calma, la gestione del ‘peso’ del pericolo, la felicità di essere ancora li. Con una testa diversa. Non rinunciando a queste avventure ma con la necessità di viverle in modo diverso, contestualizzato.

Contestualizzando ai miei 57 anni quello che non terminerò di fare: vivere…e di sicuro non nel passato.

I ricordi più importanti del passato sono tutti momenti di presenza autentica. I ricordi più intensi sono forgiati da una intensa consapevolezza. Perciò, sii qui ed ora sempre!

ZORAS
SPIGOLO OVEST DEL SASS D’ORTIGA
Descrizione generale

Bella ed elegante via, che sale lo spigolo ovest del Sass d’Ortiga, su roccia ottima, ricca di clessidre e di appigli. In alcuni tratti l’esposizione è notevole pur mantenendo difficoltà contenute. Il penultimo tiro presenta il passaggio chiave con 2-3 metri di V+ (A0).

Attacco, descrizione della via

Dalla Forcella delle Mughe (sopra il Rif. Treviso) un sentierino verso sinistra conduce, attraverso una cengia, alla successiva forcella con masso incastrato proprio alla base dello spigolo del Sass D’Ortiga. Lungo il tracciato ci sono alcuni punti esposti ed attrezzati con corde fisse metalliche.

1° tiro: pochi metri prima della forcella (dove c’è anche un grosso masso incastrato) salire per uno stretto camino che diviene poi canalino, fino a raggiungere la soprastante terrazza dove ci sono 2 chiodi di sosta. 35 mt., IV, III.

2° tiro: spostarsi alcuni metri a sinistra sulla terrazza girando lo spigolo e salire poi per rocce verticali fino a raggiungere una terrazza con una sosta attrezzata. Numerose clessidre. 45 mt., III, IV-.

3° tiro: salire sempre su parete molto verticale ma con ottime e solide maniglie. Seguire il filo dello spigolo fino a raggiungere due caratteristici denti nei pressi dei quali sostare su spuntoni. 50 mt., IV.

4° tiro: spostarsi a destra del filo dello spigolo e salire fino ad incontrare un chiodo. Obliquare a destra, superare una profonda fessura e scalare sulle rocce a destra di quest’ultima. Raggiungere il grosso pulpito soprastante con sosta attrezzata sul suo piatto basamento. 40 mt., IV, pass. IV+, 1 chiodo.

5° tiro: dal pulpito si sale dritti su parete molto verticale fino a raggiungere 3 chiodi molto ravvicinati. Dai chiodi ci si sposta leggermente a destra per poi tornare a sinistra appena possibile. Si prosegue fino a raggiungere la sosta (chiodi con cordini) situata in una nicchia gialla. 35 mt., IV+, IV, 3 chiodi.

6° tiro: dalla sosta spostarsi a destra per uscire dalla nicchia con passo delicato /atletico (V-, chiodo). Salire poi la parete verticale obliquando a sinistra fin sotto un salto roccioso (chiodo). Sfruttare le rocce più semplici sul fianco sinistro del salto roccioso riportandosi poi gradatamente verso destra (chiodo e numerose clessidre). Proseguire fino al termine della corda e sostare su una delle molte clessidre.
50 mt., pass. V-, IV, 3 chiodi.

7° tiro: si prosegue per facile canale fino alla base dell’ultima paretina dello spigolo. La si risale fino a raggiungerne la sommità dove si sosta su massi incastrati. 40 mt., II, III, pass. IV.

8° tiro: si scende con facile arrampicata sul grosso masso incastrato e successivamente sulla cengia alla base della parete terminale. Raggiungere la sosta con cordoni. 20 mt., II, III.

9° tiro: tiro chiave della via. Con un breve passaggio di forza su piccoli appigli ci si innalza dalla sosta spostandosi leggermente a destra (V+, piccola clessidra con cordino). Ora con l’aiuto di appigli migliori si raggiunge la fessura soprastante (V-, chiodo) che si scala poi direttamente (V-, chiodo in corrispondenza di uno strapiombino). Superato lo strapiombino si prosegue sempre per la fessura che spiana fino a raggiungere una grossa cengia. Si percorre la cengia verso destra per 3-4 metri fino ad incontrare la sosta (posizionata abbastanza in basso, 2 chiodi con cordino). 30 mt., pass. V+, V-, IV.

10° tiro: proseguire a destra lungo la cengia fino a raggiungere lo spigolo. Risalire per facili rocce fino ad un canalino che si segue fino a sbucare sull’anticima. 45 mt., I.

Discesa

Dalla vetta seguire i numerosi ometti che scendono in direzione sud-est attraverso roccette molto detritiche. Dopo essere scesi un centinaio di metri il sentiero diviene più marcato e con meno sfasciumi. Bisogna superare un salto roccioso di 5 mt. con un passo di III, un bel po’ di facili roccette ed infine una cengia con caminetto. Qui c’è la possibilità di fare una doppia di 20 mt. su anello. Giunti alla base le difficoltà sono terminate e si procede semplicemente fino alla Forcella delle Mughe.