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Quando vedrete passare un ciclista trasognato, non fidatevi del suo aspetto inoffensivo e bonario: sta preparando la conquista del mondo.

Didier Tronchet

Io e la bicicletta non siamo mai stati buoni amici. Anzi …

… poi arriva il giorno che capisci che un progetto, un sogno, che covi da tempo, vede nella bici il suo miglior alleato e cominci a ricucire quel rapporto che da sempre è stato conflittuale: amore ed odio con lei … anche se lei non mi ha mai davvero odiato. E’ dunque lei, avendo sempre lasciatomi aperta la porta, che mi facilita il ricucire di un rapporto frammentario, verso qualcosa di più duraturo e serio.

Del mio sogno di cicloviaggiatore se ne parlerà più avanti, ora parliamo di questo primo approccio come cicloturista: tra me e la mia ‘jolly roger’. Accompagnato dalla mediazione di mia moglie: Mariangela.

Bodensee Radweg

La Bodensee Radweg, dal nome altisonante, non è altro che la ciclabile sul Lago più grande d’Europa: il Lago di Costanza (in italiano) o Bodensee (in tedesco). Questo lago, nel cuore dell’Europa continentale, si estende su tre confini: con la riva nord in Germania (per 170 km), la riva sud in Svizzera (per 70 km) e ad est una piccola parte appartenente all’Austria (per 30 km). La pista ciclabile, che noi abbiamo iniziato a Bregenz, in Austria, è adatta proprio a cicloturisti poco pratici come me. E’ pressoché pianeggiante (salvo deviazioni ‘personali’) ed ha uno sviluppo indicativo di 280 km con circa 1000 di dislivello positivo complessivo. L’itinerario è perfetto per avvicinarsi in maniera soft al cicloturismo.

ll Lago di Costanza (o Bodensee) è davvero immenso. Di un azzurro intenso che contrasta con il verde che lo circonda. Non sempre si vede la riva opposta e questo fa capire perché viene chiamato anche ‘il mare svevo’. Il clima è mite e permette la crescita di bouganville, limoni e i preziosi vitigni da cui si ricava il Muller Thurgau. Scorci tipicamente mediterranei a cui vanno aggiunte le incantevoli: Lindau, Reichenau, Mainau, il castello di Meersburg, Friedrichshafen, la stessa città di Costanza (che, come già scritto, solo in italiano dà il nome del Lago). Monasteri, atmosfere mistiche, giardini, stradine medioevali, dimore signorili, torri e campanili fanno di questa ciclabile un itinerario molto frequentato, in particolare nel periodo estivo.

Jolly Roger ha dato il meglio di se!

Una cosa che ho quasi dimenticato di avere è stata la bici. La mia ‘jolly roger’ è divenuta da subito la mia naturale estensione del corpo. Muovermi senza di lei non mi sembrava più normale, lasciarla appoggiata da qualche parte per proseguire la visita a piedi mi sembrava innaturale. Jolly Roger è riuscita da subito a mettermi a mio agio, nessun dolore, nessun acciacco. Sella e postura corretti mi permettevano di macinare chilometri godendo degli incontri. Mia moglie, Mariangela, è partita con la fortuna di amare già la bicicletta e la sua naturalezza è servita anche alla mia predisposizione mentale.

Questo ciclo-viaggio pertanto mi ha cambiato. Mi ha aperto nuovi orizzonti e mi ha permesso di capire che tipo di cicloviaggiatore sono, quali sono gli approcci e gli itinerari che più amo e fanno parte della mia indole. Perché ho capito che ogni cicloviaggiatore è diverso, ed è giusto così. Ho capito cosa mi servirà per adeguare e raggiungere il mio sogno, ma anche quali saranno i prossimi itinerari ‘test’.

Per ora devo ringraziare mia moglie e Jolly Roger che mi hanno fatto vivere e pensare che:

La Bicicletta è un modo di accordare la vita con il tempo e lo spazio, è l’andare e lo stare dentro misure ancora umane.

Sergio Zavoli

Infatti: i contatti umani

Ecco, quello che questo ciclo-viaggio mi ha dato maggiormente; più degli scorci paesaggistici, è stata una ritrovata umanità, che forse mi mancava e a cui ho dato quindi maggior rilevanza.

Ricordo con piacere la ragazza italiana (di un bar e il nostro primo pasto ‘decente’), il giovane iraniano (con tutte le informazioni datemi), i vigilanti tedeschi (perché hanno più volte chiuso un occhio … anche se eravamo da ‘multa’), la famigliola svizzera (per l’aiuto con le bici), l’anziana ciclista olandese ed il burbero marito (e i suoi racconti dei ‘bike big tour’), la coppia di turchi (che ci hanno accompagnati perché ci eravamo persi), l’anziana ciclista svizzera (che ha voluto conoscerci e sapere dove eravamo diretti), il personale del campeggio (che ci ha salvato la nottata), e molti altri che salutavamo incrociando i nostri percorsi.

Probabilmente le nostre bici cariche (quanta roba portata per niente!), le nostre facce felici (ma che tradivano anche la stanchezza) e forse quelle rughe che mi solcano la faccia, aprivano un po’ i canali di relazione perché l’âgee fa curiosità, tenerezza … ma never TOO OLD TO, per l’appunto!!!

VIDEO : https://youtu.be/yvOPOQt0mho