I love my bike: giro dei ‘miei’ Passi nelle DOLOMITI (MTB).

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Percorso sterrato: Passo Rolle, Lusia, San Pellegrino, Valles e Costazza: 71,500 km 1625 D+.

Esistono molti giri ‘blasonati’ in MTB sulle Dolomiti e sui passi dolomitici. Quello che ti propongo è un tour nato per caso in Agosto. Periodo dell’anno nel quale non amo fare lunghi trasferimenti in auto né recarmi nei luoghi ‘blasonati’ a causa della mia indole di ‘orso’ (leggasi non finire in mezzo al traffico e alla folla vacanziera di piena estate).

Non so se sia puro caso, ma mi capita spesso di finire a leggere libri in cui c’è il classico personaggio definito da tutti il ‘vecchio orso’. E’ sempre quello in cui mi identifico!

ZORAS

Con questa voglia di fare un bel giro ma di non allontanarmi da casa, finisco col prendere, a Fiera di Primiero, l’autobus che porta me e la mia Jolly Roger su al Passo Rolle, da dove ho previsto di partire con lo sterrato.

Passo Rolle – Passo Lusia

Scendo alla fermata per Baita Segantini, poco sotto al Passo Rolle. E prendo la carrareccia che sale verso Capanna Cervino e che prosegue verso quello splendido luogo dove sorge Baita Segantini. Ma non sono loro la mia meta. Fatta la prima salita, ove si scollina, abbando la folla che sale e mi indirizzo verso Malga Juribello. Questa si raggiunge in discesa; la supero e continuo a scendere sul prato difronte ad essa sino ad incrociare la forestale (poi sentiero) che conduce a Pian dei Casoni. Percorso l’ultimo tratto di discesa, per me, molto tecnico, poco prima di Pian dei Casoni prendo per Panaveggio. Questo tracciato di discesa, molto bello e rilassante, termina sulla SS 50 che da Passo Rolle scende a Predazzo. Le ‘ruote grasse’ di Jolly Roger si rifiutano di salirci sopra, uso le forestali per avvicinarmi alla mia meta, ma un corto pezzo d’asfalto mi è necessario per raggiungere Paneveggio dove, superato il recinto dei cervi, a dx oltre un ponte, riprendo lo sterrato che conduce con circa 550 mt di salita alla mia prima meta: Passo Lusia.

Passo Lusia – Passo San Pellegrino

Dopo aver riempito gli occhi dello spettacolo sulle Pale di San Martino, i Lagoari e poi le Dolomiti della Val di Fassa: Latemar, Catenaccio, Sella, Marmolada, risalgo in bici direzione Moena. Discesa veloce che invita a lasciar andare le ruote ma che devo tener d’occhio per non perdere il bivio, poco prima del Rif. La Rezila a dx, che conduce a Malga Colvere. Riprendo a salire (circa 100 mt D+). Raggiunta la Malga il terreno spiana per poi iniziare a scendere verso Passo San Pellegrino.

No, non sarà tutta discesa sino al Passo!!

Con l’accortezza di tenere sempre la mulattiera principale e i vari bivi verso dx si raggiunge il letto del torrente Rio San Pellegrino dove si inizia a salire (anche con tratti ripidi) verso il Passo. Seguo questa mulattiera che non conoscevo e che sale parallela alla strada, ma sufficientemente scostata per non subirne l’effetto negativo e depressivo. La mulattiera a tratti è molto ripida, a tratti sconnessa, a tratti sale con tornanti ed il suo ultimo tratto, completamente rinnovato, mi depone sul ‘bitume’ davanti al cartello che annuncia: Passo San Pellegrino (dalla partenza 1000 mt D+).

Anche qui devo percorrere un breve tratto di asfalto, in leggera salita prima e in discesa poi, che mi fa raggiungere la stazione a valle della Funivia Col Margherita (bike frendly). Spendo 10 euro (niente rispetto a quanto servirebbe per fare il SellaRonda Tour) per risolvere il problema di salire questo tratto che con la bici mi risulterebbe molto impegnativo.

Col Margherita – Passo Valles

Da Col Margherita il panorama è sempre accattivante e lasciare la bici per fare i pochi passi che separano dalla Cima valgono la fatica.

La salita in funivia mi ha riposato ed è stato utile, visto che trovo il primo tratto (quasi sino al Rif. Laresei) impegnativo per le mie capacità in discesa. Però sotto sotto mi diverto e la mulattiera finale mi risulta talmente banale che mollo la bici a tutta. Quasi non me ne accorgo e sono, con il sorriso stampato in faccia a Passo Valles.

Passo Valles – Passo Rolle

Da qui, percorro quello che prevedo possa essere l’ultimo pezzo d’asfalto che mi porta a Pian dei Casoni e all’imbocco della Val Venegia. Tratto che faccio a tutta per renderlo, idealmente, il più corto possibile (ho sfiorato i 60 kmh).

In linea d’aria la meta è vicina, ma la stanchezza comincia a farsi sentire. Fortunatamente risalire la Val Venegia è uno spettacolo (se per caso passi all’ora dell’enrosadira neanche ti accorgi della fatica). Gli ultimi tornanti mi trovano un po’ ‘sulle gambe’ e salgo spendendo le ultime forze. Baita Segantini, con il suo fascino, rincuora chiunque ed esercita anche su di me questa emozione (circa 550 mt D+). Così non mi fermo perché mi è venuta un’altra idea.

Passo Rolle – Fiera di Primiero

Raggiungo brevemente Passo Rolle e mi porto (ecco! quello di prima non era l’ultimo) con la strada SS50 a Malga Fosse di Sopra dove da poco c’è un percorso sterrato per le bici che porta a San Martino di Castrozza. L’idea è ora quella di rientrare a casa, a Fiera di Primiero, in MTB … tanto è tutta discesa!

Il tracciato di discesa lo trovo ostico, quasi su ogni tornante della parte iniziale devo appoggiare un piede a terra, ma probabilmente sono io incapace. Raggiungo San Martino di Castrozza e mi porto in centro, dove so arriva la Ciclabile da Siror. La prendo (ma perché l’hanno fatta tutta di bitume?! Jolly Roger non apprezza … io un po’ si però!). Lascio andare la bici sino al ponte sospeso, lo attraverso con prudenza e poi mi lascio nuovamente cullare dalla discesa sin troppo facile (senza però abbassare l’attenzione per non travolgere o farmi travolgere da qualcuno). Raggiungo il paese di Siror ed in breve (dopo una meritata birretta), sempre per pista ciclabile, il centro di Fiera di Primiero per un complessivo di 71,500km e 1625 mt di dislivello positivo.

Considerazioni

L’obiettivo di non muovere l’auto l’ho raggiunto, quello di fare un bel giro appagante sia dal punto di vista panoramico che di impegno fisico pure (almeno per me che non pratico molto la MTB e non voglio l’e-bike!); ho fatto lunghi tratti in completa solitudine (i tratti dove ho trovato più gente sono stati quelli da Malga Bocche a Passo Luisia, un breve tratto sulla mulattiera che porta in salita al Passo San Pellegrino e in Val Venegia … ma molto dipende anche dall’orario in cui si passa).

Probabilmente i luoghi già li conosci ma magari non avevi pensato di collegarli in un giro in MTB quasi completamente sterrrato. Spero dunque di averti dato uno spunto per un nuovo giro.

Informazioni

La relazione è meramente illustrativa. Consiglio di essere in grado di leggere una cartina e di aver la capacità di seguire ed interpretare le indicazioni che trovi sul percorso. Valuta la tua esperienza e capacità, alcuni tratti risultano impegnativi sia in salita che in discesa. Per il resto io, Zoras e Jolly Roger siamo a disposizione per ulteriori informazioni. Volutamente non sono stato estremamente dettagliato sul tracciato perché ritengo che sia bello lasciarti un po’ di scoperta ed avventura, accompagnata dalla preparazione responsabile dell’uscita.

Inoltre avrai intuito che sul percorso puoi trovare parecchi punti di ristoro e di informazione. Lasciati cullare anche dalla gentilezza dei malgari e dei rifugisti e dalle … loro pietanze, se ne avrai il tempo e la voglia! Alcuni esempi: Malga Juribello, Malga Bocche, Rif. Passo Lusia, Rif. La Rezila, Rif. Laresei, Malga Vallazza, Malga Venegia, Malga Venegiota, Baita Segantini, Capanna Cervino.

Comunque, se vuoi, nel VIDEO sono stato più dettagliato sugli incroci e i passaggi fondamentali: https://youtu.be/thVA_VBBNi4

Tracciato su SUUNTO : https://maps.suunto.com/move/lorenzo130461/62f8f7f2ad65741de1d8af8c

Buona pedalata.

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  1. Gerardo

    Grande Lorenzo, ti distingui sempre nel creare percorsi alternativi ricchi di quelle piccole cose che fanno emozionare e stare bene!!!
    Dai che adesso è l’ora dell’autunno, arriva in montagna una stagione di colori e profumi e … pochi umani montanari 😁

    • Ciao Gerardo!
      Ma vedo che anche tu non ti risparmi con bei giri … anche qui da me! Bravo. Arriva l’autunno, vero, e con esso, oltre ai colori, anche il bramito dei Cervi. Magari mi invento qualche giro, senza disturbarli, per andare a sentirli bene … e magari se non vai troppo forte ci organizziamo ed andiamo insieme. 😉

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