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Inizi di Novembre. Qualche giorno disponibile. Sono libero e solo.

Avrei voluto inforcare la mia ‘jolly roger‘ per fare quello che mi sta frullando per la testa, ma tutti me lo sconsigliano. Tuttavia non voglio avere la ‘sicurezza’ che dà l’auto. Lascio quindi l’auto al Porto di Piombino e mi imbarco su di un traghetto per l’Isola d’Elba. Voglio che il mare si frapponga tra me e le mie ‘sicurezze’ e mi porti subito fuori dalla mia ‘zona comfort’. La GTE mi aspetta! Non mi resta che caricarmi lo zaino e preparami a camminare. 

A viverla.

Pensaci un attimo: questa cosa di esistere è pazzesca! Dovremmo vivere in uno stato di stupore costante.

zoras

La Grande Traversata Elbana (GTE) rappresenta l’itinerario più significativo dell’Isola d’Elba. Si tratta di una dorsale che collega la maggior parte dei sentieri elbani al punto che il tracciato può essere facilmente personalizzato con rapide vie di raccordo con i centri abitati. Non ho preparato molto e non mi sono documentato molto, ho bisogno di assaporare un po’ di avventura e di incertezza; di improvvisazione, di lasciarmi trasportare da … quello che sarà! Carpe Diem.

Nessun Programma preciso

Trovo che le isole siano mondi a sé. Vivano di un distacco che non è fatto solo di riservatezza e, appunto, di isolamento, ma a me sembra che qui il tempo scorra diversamente, più lento.

Ho deciso di partire dall’estremità nord-orientale (Cavo) per arrivare alla costa occidentale. Senza fretta, con il mio passo guidato dal cuore…e dal peso dello zaino.

Attraverserò una zona che ha conosciuto la furia terribile di Khair-ed-Din, conosciuto come il pirata Barbarossa, che con la sua flotta invase l’Elba nel 1534 saccheggiando e distruggendo proprio Rio e Grassara che vedrò tra un po’ sotto di me, dalla prima cima (il Monte Grosso) della prima tappa. 

Non è sempre facile trasporre in parole ciò che si vive, si vede, si prova. La traduzione da spirito a parole non è quasi mai fedele. Dopo il tentativo, forse presuntuoso, di portarti a fare il Selvaggio Blu attraverso la mia sensibilità, ora provo a farti immergere nella GTE dell’Isola d’Elba. Partendo subito con una condivisione emotiva: non ho alcun programma preciso, non conosco le tappe, ne quanto tempo serva a percorrerle. Nè cosa troverò strada facendo. 

Parto.

D1 – Elicriso

Per niente al mondo potevo perdermi questi odori, questi profumi che il vento umido ed invernale disperde nell’aria. Il profumo di elicriso mi porta con la mente in altre isole che ho attraversato, è un ‘ancoraggio’ potente per me. Mi ricorda di essere ‘lontano’, di essere su una montagna in mezzo al mare.

Raggiungo il Monte Grosso, da qui la GTE inizia un continuo saliscendi in cresta tra i monti della dorsale orientale. Questo è il tipo di sentiero che amo particolarmente; lo percorro velocemente circondato dall’orizzonte. La conformazione del terreno e del sentiero cambia in continuazione e non lascia spazio alla noia. Il rosmarino ed il corbezzolo sono in fiore e colorano i miei passi. 

Il tratto tra il Monte Strega ed il Monte Castello è entusiasmante, soprattutto perché mi ha portato fuori dal caldo umido (19°/20°) del sotto bosco. 

Vorrei che la tappa non finisse, così l’allungo superando l’Agriturismo che inizialmente mi ero scelto come meta, portandomi invece più in basso, a Montefabbrello. 

Saputo che l’Agriturismo che ho scelto non è in grado di prepararmi la cena (sono l’unico ospite ed oltretutto fuori stagione), ho cercato su Internet una pizzeria con consegna a domicilio e mi sono fatto consegnare una pizza al bivio per l’Agriturismo. Mi sento un pochino come Dean Karnazes! 

Da Cavo a Montefabbrello

Distanza: 20,250 km 

Dislivello: 1025 D+

Appoggio : Agriturismo Montefabbrello da Ginevra

TRACCIA STRAVA: https://strava.app.link/SfTDzEXeSub

D2 – Corbezzolandia

Il cellulare stamattina continua a vibrare…chi mi cerca tanto insistentemente? 

Sono ‘solo’ gli allert meteo che ieri ho impostato, mi avvisano che per un paio di giorni non vedrò più il sole…non ci credo!

Esco rapidamente per un controllo: niente alba, come ieri sera niente tramonto. Nubi basse nascondono la cresta percorsa ieri ed un’analoga schiuma grigia nasconde il percorso odierno. Mi sa che un po’ di pioggia oggi la prendo. 

Inizio percorrendo lunghi tratti monotoni su delle carrarecce dentro ad un fitto bosco. Questo mi salva dalla pioggerella, ma mi ostruisce la vista del mare. Solo alcuni tratti mangiati dall’acqua risultano divertenti. 

Proseguo senza forti emozioni, oppresso da un caldo umido (17°/19°): ma è veramente Novembre ?!

Contrariamente alle mie abitudini da orso, mi sento in vena di chiacchierare, ma con chi? Non incontro anima viva.

La monotonia di questo tratto mi porta a viaggiare con la mente nei secoli pirateschi, il timore dei pirati trova traccia concreta sull’isola espresso nelle torri di avvistamento e nelle fortezze costruite nel vano tentativo di difendersi dalle loro invasioni e dalle violente scorribande. Ultimo disperato baluardo degli abitanti dell’Isola d’Elba erano le chiese e gli Eremi. Tra questi il santuario di Madonna del Monte, immerso nella natura e in una posizione strategica molto apprezzata anche da Napoleone. 

In questa tappa, che risulta di trasferimento, passo il tempo a mangiare corbezzolo che trovo in abbondanza sulle piante che contornano il sentiero. In alcuni punti del sentiero sembra di camminare su di un viale per sposi, tanti sono i fiori bianchi a terra punteggiati da palline giallo-rosse. Questo spettacolo dura per molto tempo sino a raggiungere Pimpinella Farm: bivacco libero!

Entro per fermarmi a mangiare il mio pecorino e mi immergo in un ambiente ‘atipico’, molte cose richiamano la filosofia indiana e buddista; trovo anche un Gong tibetano! Olii aromatici, oleati, idrolati. In pochi istanti sono catapultato fuori dall’isola.

Riprendo la via senza ulteriori forti emozioni (se non i cinghiali che sento saltuariamente muoversi nel bosco e l’incontro con un Muflone femmina). Mi accompagna ancora tempo uggioso, afono ed inodore. Darò una svolta alla giornata solo con la conoscenza di Andrea, il ‘guru’ della GTE. Ho deciso infatti di uscire un po’ dalla GTE (quella segnata sulla cartina Avenza Maps: Apple / Google) per raggiungere l’Agriturismo di Andrea: Fonte di Zeno. 

“L’Agriturismo Fonte di Zeno è un ‘must’ per la GTE”, mi avevano detto e leggevo sul web. Ora so perché. Perché, oltre alla piacevole ed accogliente struttura, il cibo di qualità (che cucina solo per chi ci arriva camminando all’Agriturismo!), l’oste Andrea è di compagnia e trasmette l’amore per la sua terra e per la sua GTE. Potrei quasi dire che è il classico ‘rifugista’ delle mie Dolomiti, il quale, in una chiacchierata sola, ti consegna pezzi di cultura e sapere dell’Isola e della GTE. Un’ottima scelta per un ottima serata e per aver avuto alcune informazioni che si riveleranno utili il giorno successivo. Giorno che sembra mettersi proprio al brutto…ma affronto una giornata alla volta. 

Da Montefabbrello a (quasi) Poggio

Distanza: 20,250 km

Dislivello: 1025 D+

Appoggio : Agriturismo Fonte di Zeno da Andrea

TRACCIA STRAVA: https://strava.app.link/IoRK4qQeSub

D3 – Il vento è materia

Un po’ incerto, un po’ dubbioso, a causa del meteo decisamente giratosi al brutto, parto.

Partire presto diluisce le mie preoccupazioni.

Il sentiero inizia subito a salire ripido e so che questo mi farà raggiungere velocemente la cresta che porta a Monte Capanne (la ‘cima Coppi’ del giro). 

Le nubi si intensificano e scelgono di seguire la gradazione del grigio che va verso il nero; la pioggerella si fa più insistente ed intensa; in lontananza verso nord in mezzo al mare sento dei tuoni; il vento rafforza. Ah! Il vento!

La visibilità scende a 3/4 metri. Per esperienza so che la forcella di Malpasso è vicina perché sento le raffiche tipiche di uno spartiacque. Al bivio dovrò decidere il da farsi…ascoltando il vento.

Malpasso: a) salgo per la ferrata a Monte Capanne; b) scendo per la GTE Nord, più corta e su creste sino a Marciana; c) scendo a Pomonte per la più lunga GTE Sud.

La sera prima Andrea però mi ha ben istruito: il vento è materia! Se alla forcella sento che il vento viene da S/SE è di Scirocco, sale lento, porta con se umidità calda ed appena scollina, il cambio di pressione, lo rafforza verso il basso liberando umidità. In poche parole a Nord c’è più vento, più freddo e piove. Al contrario se il vento viene da N/NO è Maestrale, più freddo, ma per questo più secco e porta tempo più stabile. 

Mi alzo in piedi sulla forcella e saluto questo vento di Scirocco che mi fa propendere per la via più lunga a Sud, ma più sicura (visto che il meteo mi dà peraltro la perturbazione in mezzo al mare sul lato Nord dell’Isola). La salita alla cima in queste condizioni è un’opzione che ho escluso da subito. 

Qualche metro sotto al Malpasso il vento cala, l’aria si fa più calda, il sentiero non è bagnato! Qui a Sud non ha fatto una goccia e sono solo a pochi metri dall’altro versante! Scelta azzeccata: il vento è materia!

La discesa mi risulta lunga. Ma forse perché il panorama che ho davanti lo posso solo immaginare. Solo alle porte di Pomonte scendo sotto quota nuvole e vedo di nuovo il mare. Qui un caldo umido opprimente mi avvolge consegnandomi all’idea di come chiudere adeguatamente questa GTE: un bel tuffo in mare a Novembre!

Da Fonte di Zeno a Pomonte

Distanza: 14,000 km

Dislivello: 650 D+

Appoggio a Portoferraio (attenzione i biglietti Autobus non si possono acquistare sul Bus): B&B Ai 28 da Barbara.

TRACCIA STRAVA: https://strava.app.link/TuYnOEJeSub

D4 – Argonauti

Tra i percorsi affascinanti lungo i quali ritrovare le tracce del temutissimo pirata Barbarossa ci sono Pedemonte e Montemarciale. Con il perdurare per diverso tempo del terrore piratesco sull’isola, la fantasia popolare ha dato vita a molte leggende.

Una di queste leggende mi ha portato sulla spiaggia delle Ghiaie, conosciuta anche come Spiaggia degli Argonauti. Una delle più belle spiagge dell’intera Isola d’Elba che, appunto, la leggenda vuole che nel loro viaggio di ritorno, gli Argonauti abbiano fatto tappa qui, da cui le macchie scure sulla spiaggia causate dalle gocce del loro sudore.

Arrivato sulla spiaggia sono deluso. Certo, è molto bella, ma dov’è il sudore degli Argonauti? La spiaggia è completamente candida su acqua cristallina! Triste scendo sul bagnasciuga per passeggiare lungo riva in attesa del traghetto di ritorno. Abbasso tristemente lo sguardo a terra e vedo che tutti i sassi bianchi che compongono la spiaggia sono pieni di macchioline nere: il sudore degli Argonauti!!

Post Scriptum: Le tensioni, le paure e le ansie che ci accompagnano sono l’alimento che fanno di un esperienza qualcosa di unico per chi la prova. La differenza tra l’ordinario e l’avventura la fa proprio l’anima, quello che ognuno, nel suo piccolo, vive intensamente e che lo accompagna in ogni istante. L’avventura è pertanto relativa e soggettiva. E’ data dall’ambiente esterno quanto dall’animo interno. Sceso a Piombino, guardando il blu del mare capisco quanto selvaggia sia stata la GTE per me. 

Il segreto di un’esistenza piena e felice sta nell’imparare a distinguere tra i tesori veri e quelli falsi. Il mare che ci circonda, il sole che ci dona la vita, la luna e le stelle che brillano nel cielo, sono le vere ricchezze. 

Sono tesori senza tempo e ci sono stati regalati per ricordarci a ogni istante la magia dell’esistere; sono la testimonianza di un mondo pieno di miracoli, e basta guardarci attorno per realizzare i sogni.  

Sergio Bambarén

VIDEO : https://youtu.be/iixC99VNBlI